Spesso le coppie si trovano ad affrontare momenti particolarmente critici della propria vita relazionale che le conducono davanti ad un bivio: separarsi o riconciliarsi? La via della separazione non è sempre così facilmente praticabile da un punto di vista emotivo: aspettative, bisogni e ideali infranti possono tra loro confliggere, così come i partner possono trovarsi in punti diversi del percorso. C’è chi ha già forse elaborato l’idea di abbandonare il nucleo familiare e chi invece si trova improvvisamente a dover affrontare un’impensabile separazione; c’è chi ancora desidera riprovarci e chi ha perso ogni speranza di rilancio del rapporto. Ecco dunque che in questo momento critico è possibile rivolgersi ad un professionista esterno, “super partes”, che può aiutare la coppia ad analizzare la domanda, acomprendere i diversi punti di vista dei partner per avviare un lavoro di coppia che può portare alla riconciliazione oppure alla separazione. Attraverso un percorso di accompagnamento si può ricostruire insieme la storia della coppia e individuare i nodi critici che si sono formati col tempo e che hanno portato a sfilacciare il legame. Spesso incontro coniugi che riscoprono antichi rancori mai superati, che hanno creato notevoli distanze tra loro con conseguenze sul piano affettivo e comunicativo. I “non detti” finiscono per sedimentarsi come cisti sottopelle. Parlo di pelle, proprio perché nella coppia c’è una pelle personale che separa e c’è un “noi pelle” che permette di entrare in contatto, anche intimo con l’altro. Se questi confini non vengono rispettati o se, viceversa, i confini di coppia vengono annullati, inizia lo smarrimento. Ci si perde e la lontananza silenziosamente aumenta. In una terapia di coppia è possibile dunque riconoscere i nodi critici da cui partire al fine di individuare risorse positive per provare a scioglierli e di avviare un processo di rielaborazione. Attraverso un attento lavoro riflessivo, si possono implementare più funzionali approcci comunicativi e nuove strategie di gestione dei conflitti. Si badi bene che il conflitto non è per forza sintomo di rottura: è un processo inevitabile all’interno di una coppia proprio per la diversità dei partner. Ciò che può creare rottura è, invece, la modalità della sua gestione. Ci sono, infatti, modalità costruttive oppure distruttive che segnano diversamente il decorso del conflitto. In una terapia di coppia s’impara a riconoscere le modalità distruttive impiegate e a esercitarsi su strategie più positive di gestione dei conflitti. In base alla valutazione dei nodi e delle risorse, evidenti o latenti, all’interno della coppia si definirà poi la strada da proseguire di fronte al bivio: è possibile la riconciliazione e il faticoso rilancio del legame di coppia oppure le uniche soluzioni praticabili sono la separazione e il divorzio? In quest’ultimo caso si offre un ulteriore spazio di ascolto per avviare un processo delicato di transizione che coinvolge non solo i coniugi, ma, qualora presenti, anche i figli. Il sostegno può essere rivolto al singolo oppure alla coppia, in base al momento specifico che ci si trova ad affrontare. Dopo tre preliminari colloqui di valutazione, si definisce il trattamento più indicato e la cadenza del lavoro. Sia la riconciliazione che la separazione richiedono un lavoro
impegnativo a livello emotivo da parte di entrambi i coniugi che necessitano di un adeguato supporto e di un tempo riservato.